Per Susana Serpas
Soriano, fotografa e artista nata in El Salvador nel 1976, tutto iniziò con il
disegno.
Gli studi d’arte prima e la formazione poi come fotografa di studio e di set
cinematografico l’hanno portata a perfezionare la sperimentazione tecnica fino
a sviluppare uno specifico e originale linguaggio artistico.
Serpas Soriano non ha mai pensato di poter fare altro, se non comunicare con il
mondo attraverso l’arte.
La fotografia, il collage e la scultura sono i mezzi con cui sintetizza
argomenti legati a un immaginario di forme, corpi e luoghi avvolti da un alone
di oscurità prospettica. Oscurità intima, interpretata attraverso la
geometria nel senso dello spazio come espressione di un luogo interiore.
L’opera di Serpas Soriano propone un archetipo della fotografia ponendo in
discussione l’atto della visione mentale, e svelandone le sue implicazioni nella
sfera emotiva, fisica, nervosa.
Il percorso di Serpas Soriano comincia da un punto di partenza ben lontano. Ma
dicendo questo va ricordato che le distanze non giacciono esclusivamente nel
regno dello spaesamento geografico, ma anche nei terminali spirituali
dell’esperienza vitale intima dell’artista.
Lo shock culturale è il fuso orario dell’estetica, è la frattura tra le nostre
esperienze passate e le nostre percezioni immediate.
Era quasi inevitabile che Serpas Soriano trovasse il suo modus operandi nel vaso di
pandora del mezzo fotografico; il medium che è in se stesso oggetto, ma allo
stesso tempo lascia aperta l’intera dimensione di contenuto emotivo.
Nessun’altra arte potrebbe averle offerto lo stesso spettro, la stessa
simultaneità di oggettivo e soggettivo, con il quale dare espressione a stati
emotivi e spirituali della propria arte.
Fondamentali sono state le sue esperienze lavorative nello studio del grande
fotografo dell’arte contemporanea Claudio Abate per il senso dell’inquadratura
e lo studio della luce e dell’ombra che le hanno dato consapevolezza e maturità
ad esplorare il rapporto tra immagine e persona, tra oggetto, rappresentazione
e visione.
Dopo aver partecipato a varie mostre collettive, nel 2009 ha esposto con un
progetto site-specific i suoi lavori fotografici e tridimensionali in una
mostra personale nel MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, dal
titolo Wunderkammer: l’ombra
del tuono.
Nel 2012 presenta alla Galleria MC2 di Milano Natura Anfibia la serie di collages Vedute Multiple, in cui la
composizione inquadra lo spazio in uno schema geometrico, attraverso la
stratificazione di passaggi di carta su carta fino alla pittura acrilica.
Presso la Fondazione Volume di Roma, l’anno seguente inaugura la mostra
personale Conflitto Unico,
dove affronta il tema dell’identità come intima e conflittuale discussione
intorno alla natura umana.
Per Susana Serpas Soriano
la profondità è nell’ombra
lo spazio è nella forma
la visione è nella luce